Tipi di carciofo

Di carciofi esistono varietà a raccolta primaverile e varietà a raccolta autunnale. Tra le più famose ci sono il romanesco, tardivo primaverile, lo spinoso di Sardegna, la cui produzione è regolata da un disciplinare DOP (Denominazione di Origine Protetta), il violetto di S. Erasmo, che fa eccezione come coltivazione al Nord Italia in quanto ha trovato nella Laguna di Venezia l’habitat particolare, e il violetto di Toscana, di Sicilia o vari violetti di altre zone, tutte varietà molto gustose da provare.

La raccolta

Quello che mangiamo del carciofo è l’infiorescenza ancora chiusa. Se la lasciassimo libera di svilupparsi si aprirebbe emettendo fiori rosa acceso-violacei. Quindi per avere carciofi commestibili non dobbiamo dimenticarli nell’orto ma raccoglierli al momento giusto, quando l’infiorescenza (che in questo caso si chiama “capolino”) è sviluppata di dimensioni ma ancora ben compatta. Si taglia appena sotto con un coltello. Poi si vedrà nascere altri piccoli carciofi di secondo raccolto dai germogli sottostanti.

Cure

Alla base della pianta conviene stendere teli pacciamanti o un bello strato di paglia: gli scopi di questa operazione sono il contenimento delle erbe infestanti e la protezione delle radici dal gelo invernale. Altro accorgimento importante è l’irrigazione, che deve essere costante. Il terreno non deve mai risultare secco. Tra i parassiti più comuni ci sono gli afidi (pidocchi), da prevenire con estratti  di ortica o di aglio spruzzati sulle piante, o larve di farfalle che si combattono con un prodotto ecologico a base di Bacillusthuringiensis. Ma il nemico numero uno delle piante di carciofo è il topo, che mangia le sue radici scavando gallerie nel terreno. Ottimo è avere un micio come animale domestico!